domenica 29 novembre 2009

Problemi scacchistici: n.6

Il bianco muove e patta.


Questo incredibile problema ha un incredibile soluzione, chi riesce a trovarla?

Buona fortuna! :)

sabato 28 novembre 2009

Giocare contro se stessi

Ho trovato in Internet questo simpatico video, dategli un' occhiata :) :) eheh




Morale della favola? Si può perdere contro sè stessi. Ebbeni si; Bobby Fisher era famoso perchè passava più tempo a giocare da solo piuttosto che a giocare coi propri avversari. Ma, chi può biasimarlo, se lui era più forte dei suoi avversari, mi sembra giusto giocare contro di lui allora! Eppure molti pensano che questo sia inutile e che sia solo una perdita di tempo, pensano che noi sappiamo già i piani dell' "avversario" e che quindi è inutile giocare contro qualcuno di cui conosciamo già le proprie intenzioni.

A questo punto voglio chiedervi: non vi capita mai di giocare contro un' avversario e di capire già 4-5 mosse prima il suo intento? Ciò che ha in mente il vostro avversario, a meno che non sia un MI o GM, non è difficile da capire, il problema è sapere come difendersi o contrattaccare! Perciò è utile "giocare contro se stessi", così possiamo cercare di capire come poter fermare un nostro stesso piano, e talvolta scovarne le debolezze che ricorrono nei nostri piani (e inoltre possiamo verificare gli errori di calcolo muovendo i pezzi sulla scacchiera per poi rimetterli alla loro giusta posizione prima dell' analisi, cosa che non potresti mai fare contro un avversario, anche in una partita amichevole). Questi sono solo alcuni dei numerevoli vantaggi.

Tramite questi studi casalinghi possiamo scovare nuove linee d' apertura. Molti credono che ormai tutto quello che c'era da scoprire è stato scoperto, e che ora dobbiamo solo impararci a memoria le mosse che hanno giocato i più forti giocatori del mondo con quell' apertura. Ma forse alcuni non sanno che molte varianti utilizzate dai GM sono state scoperte da gente comune come noi, perciò non abbiate paura di sperimentare e di cercare vie nuove, è sempre bello metterci del proprio in una bella partita di scacchi.

Bisogna uscire ogni tanto dalla teoria, proseguire su vie non battute (che ovviamente non conoscerà neanche il vostro avversario), cimentatevi in cose nuove, e quando studiate un' apertura e non capite il significato di quella mossa, chiedetevi il perchè, e se proprio non riuscite a trovare spiegazioni, sceglietene voi un' altra mossa che vi sembra più logica e tenetela come linea principale di quell' apertura.

Giocare partite da soli, aperture da soli, finali da soli, è il miglior modo per allenarsi. Molte volte mi capita di andare al circolo e giocare partite a 2-3-5 minuti e basta. A che serve?? Preferisco spendere quelle due ore di tempo per analizzare posizioni nuove, analizzare nuovi finali, e allenarmi nel calcolo delle varianti dato che è una delle caratteristiche più importanti per diventare un Maestro di scacchi, piuttosto che spendere tempo a velocizzare ulteriormente il così detto "colpo d'occhio" che ritengo di averlo già ad un buon livello.

giovedì 26 novembre 2009

Il gambetto Benko

Per tutt gli scacchisti che aprono con 1.d4 e temono il gambetto Benko, niente paura, ho una continuazione molto forte da consigliarvi!

Quest sono le mosse base del gambetto:1.d4 Cf6 2.c4 c5 3.d5 b5

L'obiettivo del Nero in questa apertura è quello di aprire violentemente il gioco sull'ala di donna, anche al prezzo di sacrificare un pedone come nella variante principale 4.cxb5 a6 5.bxa6 Axa6 (quando il nero sacrifica un pedone è perchè generalmente vuole riprenderlo altrimenti oltre allo svantaggio del tratto, si aggiungerebbe anche lo svantaggio di materiale). Il compenso dinamico che il Nero ottiene in questa variante spesso compensa ampiamente il materiale ceduto, tanto che nel tempo il Bianco ha iniziato a giocare sequenze di mosse che portano a non accettare il materiale offerto per ottenere posizioni meno sbilanciate.




TRAPPOLA NEL GAMBETTO BENKO

Ecco delle mosse tratte da una partita din un forte scacchista: Dopo le mosse 1. d4 Cf6 2. c4 c5 3. d5 b5 4. cxb5 a6 5. b6 e6 6. Cc3 Dxb6 7. e4 d6 8. Ac4

Può il nero catturare il pedone per mezzo di 8. … Cxe4 9. Cxe4 Db4+?


"Forse il mio avversario non si era accorto che le strade del cavallo sono infinite!"

10. Cd2 ed ora che l’alfiere è difeso ha pensato bene di abbandonare!


DA NON FARE MAI

Ciò che non bisogna mai fare in questo gambetto è accettarlo e cercare in ogni modo di tenersi il pedone, meglio svilupparsi e andare avanti piuttosto che accanarci a conservare un misero pedoncino decentrato. In fatti questo favorirebbe di gran lunga il nero, che si troverebbe già con molti pezzi sviluppati (anche se la variante principale lo consiglia).

Nel Gambetto Benko il Nero sacrifica un pedone in apertura per ottenere una superiorità strategica. In questo differisce dalla maggior parte dei gambetti nei quali il pedone viene ceduto in cambio di un violento attacco spesso contro il Re avversario.

L'accettazione del gambetto avviene con la sequenza di mosse 4.cxb5 a6 5.bxa6. Come compenso per il pedone il Nero, sviluppando l'Alfiere di Re in fianchetto avrà il controllo della diagonale a1-h8 ed inoltre delle colonne a e b; a ciò va aggiunto che Il Bianco avrà il problema dello sviluppo dell'Af1.

Perciò è preferibile che il bianco declini l'offerta, e rifiutare quindi il gambetto giocando 4.Cf3 o 4.a4 .

Rifiutando il gambetto e giocando 4.a4 andrete in vantaggio perchè entrerete in varianti poco note al vostro avversario che è specializzato della variante di cambio e della variante 4.Cf3.

lunedì 23 novembre 2009

Il Re è un pezzo!


Il Re è il pezzo più importante degli scacchi ma allo stesso tempo il più debole. Perciò questo ha bisogno di protezione, e perciò spesso lo rifugiamo in un angolino tramite l' arrocco.

Questo discorso però è valido solo quando si tratta di apertura e mediogioco, perchè nel finale, il Re, essendo pur sempre un pezzo, deve entrare in partita. Infatti giocare il finale con il proprio Re nell' angolino, è come giocare con un pezzo in meno, un pezzo debole, ma pur sempre un pezzo! Infatti per il Re nel finale,
vale un pò lo stesso discorso detto sugli altri pezzi nell' apertura. I pezzi vanno sviluppati perchè lasciati li dove sono, servono a poco e a niente.

Infatti in un finale si tende sempre a centralizzare il proprio Re in modo tale da controllare il centro (si sente spesso dire che in apertura è importante il centro mentre nel finale è importante il lato, questo è vero, infatti il Re piazzato al centro, impedisce agli altri pezzi di convergere ai lati).

I 4 ELEMENTI DEL FINALE
  1. centralizzazione
  2. posizione aggressiva
  3. l' "avanti tutta"
  4. sfruttare bene le colonne e le traverse
Questi sono i 4 punti da tener sempre presente quando si gioca un finale. Ora li spiegherò uno ad uno.

Centralizzazione
E' importante in un finale centralizzare i pezzi ma in particolare il Re. Perchè? L' abbiamo già spiegato ma ribadiamolo ancora una volta: il Re al centro protegge le basi, disimpegna le Torri e lotta per possedere lo spazio.


Tuttavia anche gli altri pezzi vanno centralizzati, quali il cavallo e l'alfiere (le torri devono stare ai lati per supportare le fughe dei pedoni).

Posizione aggressiva
Si parla in questo caso delle torri in posizione aggressive. Infatti una torre in posizione aggressiva può fare molto di più di quella in posizione possiva, perchè quella attiva non è vincolata a difendere i pezzi.




Torre attiva del nero contro torre passiva del bianco.

L' avanti tutta

La parola d'ordine nel finale è: promuovere. Solo promuovendo si può andare in netto vantaggio contro l'avversario in un finale pari. Infatti nel finale, i pedoni assumono un grande valore, a talvolta valgono più di un pezzo (ho visto partite in cui 2 pedoni isolati valevano più di una Torre, quando la teoria consiglia di avere una catena di pedoni).


Ogni giocatore spinge più che può i propri pedoni. E' una lotta a chi promuove per primo e a chi riesce per primo a fermare i pedoni avversari.

Sfruttare bene le colonne e le traverse
Le colonne e le traverse nell' arco della partita sono molto importanti, ma nel finale assumono un' importanza strategica senza eguali. Ecco perchè è così importante i un finale avere le torri, perchè queste controllano alla perfezione colonne e traverse.



La torre nera controlla la colonna "g", così il re bianco non può oltrepassare la colonna "h", ed è rinchiuso nell' angolino (il bianco gioca con un pezzo in meno).

Per ulteriori approfondimenti, vi mando a questo link, dove un forte giocatore (forse diventa campione italiano del gioco per corrispondenza 2009), spiega come il Re può essere d'aiuto nel finale, con l'articolo Il re è un pezzo forte




Essere obbiettivi nel rivedere le proprie partite



Si sente spesso dire che studiare le partite dei grandi maestri classici (Alekhine, Anderssen ecc.. ) è fondamentale per migliorare scacchisticamente. Ben pochi però lo fanno. E non si sta parlando solo di giocatori di categoria nazionale, ma si sta parlando anche di giocatori di un certo talento, come i candidati maestri.


LE PARTITE DEI GRANDI DEL PASSATO

Molti di loro non fanno questo lavoro perchè ritengono che il loro gioco "antico" non possa migliorare il proprio gioco moderno. Eppure rivedendo quelle partite si impara moltissimo. Si impara perchè quelle partite sono, quasi tutte, commentate dagli stessi giocatori. Così vedere una partita giocata da Alekhine, commentata da lui stesso, è una grande opportunità per imparare. Imparare a capire cosa intendeva giocare, e perchè ha giocato quelle mosse.

I commenti delle partite infatti sono fondamentali. Non stò parlando dei commenti formati da 200 varianti che hanno una profondità di 20 mosse, sto parlando dei commenti che spiegano realmente quello che sta accadendo e che soprattutto commenti che spiegano ciò che di importante non è accaduto! Questi sono i commenti che ci aiutano a migliorare.


LE PROPRIE PARTITE

Oltre che a vedere le partite dei grandi del passato, per migliorare è fondamentale anche rivedere le proprie partite. Queste, se analizzate giustamente riscono a far migliorare notevolmente il nostro gioco. Ci sono 3 passi fonamentali da effettuare per un analisi approfondita e accurata dopo una propria partita.
  1. Rivedere con l'avversario la partita giocata (capendo le sue intenzioni)
  2. Analizzare a casa la partita segnandosi i punti critici
  3. Commentare la propria partita con obbiettività.
Quest' ultimo passo è quello più difficile.
La natura umana, ci porta a pensare che si tratta di sfortuna quando perdiamo una partita, mentre quando la vinciamo, cerchiamo i nostri meriti.

Invece è fondamentale sapere che la fortuna, in questo gioco, è una componente inesistente. Perciò non potrà mai accadere che noi perdiamo una partita per "sfortuna". Perciò bisogna cercare nella partita in cui abbiamo perso, di trovare la nostra mossa (o la serie di mosse) che ha portato vantaggio al nostro avversario.

Una volta trovato questo (o queste), bisogna segnarsi nel commento il nostro errore. Continuando così per un bel gruppo di partite, potremmo in tal modo trovare il nostro errore che potrebbe essere un errore ricorrente, e quindi cercare di capire il perchè lo facciamo e in che situazioni si viene a commettere (per esempio quando c'è troppa tensione cerchiamo di semplificare, ma calcoliamo male e dopo il cambio favoriamo il nostro avversario ecc..). In questo caso, esercitiamoci sugli scambi che avvengono sulla stessa casella ;)

domenica 22 novembre 2009

Il sistema colle: trucco contro Cbd7

Ecco un' altro trucchetto per gli amanti del sistema colle. Se il vostro avversario sviluppa il cavallo in b in d7 anzichè in c6, dovete approfittarne. Dovete approfittare del fatto che non c'è un forte pezzo in c6 che punta su d4, cosi' potete trascurare la difesa del pd4 e concentrarvi sulla spinta e3-e4-e5.


Ora vediamo come ci si arriva a questa posizione:



Ecco le mosse giocate in questa partita:

1.d4 d5 2.Cf3 e6 3.e3 Cf6 4.Ad3 c5

il nero minaccia la spinta di pedone che costringerebbe il bianco alla ritirata.

5.c3 Cbd7(?) 6.Cbd2 Ae7 7.De2 0-0 8.e4 Cb6?



Il nero gioca l'inutile Cb6? così lascia che il bianco spinga in e5, avendo grande vantaggio di spazio.

9.e5! Cfd7 10.h4 h6 11.Cg5!


Interessante sacrificio di cavallo! Se ora 11...Axg5 12.hxg5 Dxg5 13.Df3 con compenso per il materiale sacrificato. Mentre se...

11...hxg5?? 12.Ah7+!


Ed ora le mosse sono praticamente forzate...

12...Rxh7 13.Dh5+ Rg8 14.hxg5 f6 15.fxe516.Dh8# con vittoria del bianco.

Con questa partita abbiamo dimostrato che se manca il Cf6, si possono effettuare manovre molto interessanti quali il sacrificio d'alfiere in h7 e l' eventualità di un attacco della donna tramite g5 o h5.




sabato 21 novembre 2009

Problemi scacchistici: n.5

SCACCO MATTO IN 3 MOSSE


In gioco ci sono un pò di pezzi bianchi eppure il matto arriva solo dopo 3 mosse...

venerdì 20 novembre 2009

Giocare senza avere un piano


Ad alti livelli, non si può giocare a scacchi senza avere un piano. Un piano di gioco è un obbiettivo . Questo può essere semplice oppure complicato.
Un esempio di piano di gioco semplice lo possiamo trovare in questa posizione:


Senza fare troppi calcoli, possiamo notare che in questa posizione, il piano sta nel piazzare il cavallo in e5 tramite la manovra di cavallo Cd2-f3-e5.

Mentre in altre posizioni abbiamo bisogno di fare calcoli più complessi, di giocare delle mosse intermedie prima di arrivare al nostro obbiettivo.

Ci sono anche delle posizioni in cui non si possono effettuare piani nel lungo tempo e perciò si può giocare mossa per mossa giocando semplicemente la più forte.

Perciò bisogna stare attenti al sapere bene classificare la posizione e quindi capire se è una posizione stabile da poter eseguire 5 mosse di cavallo consecutive, se è una posizione in cui non bisogna perdere nemmeno un tempo e anzichè fare 2 mosse di cavallo consecutive e necessario prendere il controllo di determinate colonne, controllare alcuni putni forti, oppure se è una posizione dove bisogna giocare mossa per mossa,e perchè no, di profilassi.

Questo compito non è per niente facile, pensate che è talmente difficile che talvolta anche acclamatissimi GM non riescono a capire in che tipo di posizine si trovano.


La partita è stata giocata tra Boguslavskij e Shakhnbaz. Ora il bianco giocò mossa per mossa, con l'idea di creare pressione sul pedone e6. 22.Te1?
Erroraccio.
Il bianco non si accorse che c'era un piano semplice molto più forte, e ciò consisteva nel dare scacco in f7 con l'alfiere e infine giocare Dg3 cercando di dare seri problemi col matto in g6: 22.Af7+ Rh7 23.Dg3 con vantaggio schiacciante e ottime prospettive d'attacco.

Perciò, prima di giocare, cercate di valutare la vostra posizione. Boguslavskij probabilmente intuì che la sua posizione era una di quelle dove ogni tempo era fondamentale, invece abbiamo visto che c'era il tempo di creare un piano (anche se in questo caso il nero doveva rispondere con mosse forzate e quindi il bianco non avrebbe perso nemmeno un tempo).

mercoledì 18 novembre 2009

Risultato delle nuove prove d'apertura


Come annunciato nel post precedente, ho sperimentato delle nuove aperture in un torneo lampo. Risultato? Un pessimo 3 su 7! Perchè? Questo me lo sò spiegare bene... Perchè nemmeno io conoscevo quelle aperture e perciò non sono riuscito a sfruttare il vantaggio.

Quando avevo il bianco aprivo di 1.b3 e ho vinto due partite così, mentre quando avevo il nero mi hanno giocato sempre 1.e4 e quindi non ho potuto sperimentare la mia 1...b5 che è giocabile solo se il bianco apre con 1.d4

L' altra vittoria l'ho ottenuta con una Siciliana.
Insomma un pessimo torneo! Demoralizzato da un torneo così, l'indomani (il torneo lampo si è svolto sabato) avevo una partita a squadre a bergamo per disputare i Playout del Trofeo Lombardia serie B.

Il nostro circolo ha giocatori molto forti, ma molti di questi non sono frequentanti e raramente partecipano a tornei o a gare a squadre. La partita fuori casa a Bergamo di Domenica pomeriggio ha scoraggito un pò tutti, così la nostra squadra, che doveva essere composta da 4 giocatori, era composta da soli 3 giocatori contro 4 della squadra avversaria. Così siamo partiti già con un punto di svantaggio.


Il trofeo Lombardia

Così siamo andati a Bergamo io, il presidente e Marco (un NC e due 1° Nazionali, non male come livello, senza contare che Marco in realtà è un forte CM e qualche tempo fà aveva come punteggio rapid 2100 punti, solo che non fà tornei e quindi non può salire di categoria).

Arrivati al Circolo scacchistico di Bergamo, l'Excelsior (ottimo ambiente, davvero perfetto per giocare a scacchi), ci troviamo schierati contro un CM e tre 1° nazionali, senza contare che partiamo già col piede nella fossa con 1 partita persa in quarta scacchiera per Fourfet.

Perciò ci ritroviamo a giocare così:

1° scacchiera: Bison CM - Cesarano 1N (Marco)
2° scacchiera: Benvenga 1N(presidente) - Gozzini 1N
3° scacchiera: Mansueti 1N - Salerno Nc (io)

Il nostro scopo era quello di riuscire a fare un 2-2 quindi tutti noi tre giocavamo per vincere.

Marco giocava col nero contro l'avversario che col bianco giocava una specie di Stonewall, ma che riesce purtroppo ad avere la meglio grazie ad un meritato sacrificio.

Il presidente giocava in seconda col bianco contro una forte prima nazionale e impostando una specie di Apertura inglese si ritrova poi costretto a dover dare la qualità e poi a ritrovarsi in un finale inferiore.

Così dopo le due partite già terminate, mi ritrovo in terza scacchiera a dover fronteggiare una prima nazionale con 1860 (mica male! ;) con l'obbligo ormai di vincere. Per ora eravamo già ad un 3 a 0 per la squadra avversaria.

Fortunatamente il mio avversario gioca 1.e4 così posso rispondergli con 1...c5 e impostare la mia mitica Scheveningen. Ecco la partita:

Mansueti 1N - Salerno NC

1. e4 c5 2. Cf3 d6 3. d4 cxd4 4. Cxd4 Cf6 5.Cc3 e6 6. Ac4 a6 7. a4 Dc7 8. De2 Ae7 9. 0-0 0-0 10. h3 Cbd7 11. Ae3 b6 12. Tab1 Ab7 13. Ad3 Cc5 14. f3 Tac8 15. Tfc1 Tfd8 16. b4 Cxd3 17. cxd3 Db8 18. Da2 d5 19. Cde2 Aa8 20. Af4 Da7 21. Ae3 Db8 22. a5 b5 23. Ab6 Td7 24. Cd4 dxe4 25. dxe4 Ad8 26. Ac5 Txc5 27. bxc5 Txd4 28. Ce2 Td7 1/2-1/2

Patta! Richiesi la patta d'accordo come un fesso per un errata valutazione della posizione e il mio avversario la accettò.
Nonostante ero in vantaggio di materiale, avevo troppa paura di quel pedone passato così richiesi la patta. Ma in realtà analizzando la partita a casa, il bianco non riusciva a promuovere...!! Così ho regalato un mezzo punto gratuito al mio avversario... grr! :)

Morale della favola: anche dopo 4 ore di partita bisogna avere sempre la lucidità di ragionare con coscienza.Probabilmente la stanchezza non mi aveva fatto notare che per il bianco non c'era assolutamente nulla, chissà...










martedì 17 novembre 2009

Analizzarsi per migliorare


Oggi vi voglio introdurre un argomento molto particolare... ovvero l' autoanalisi.
Ovviamente si tratta di un analisi del proprio profilo scacchistico. Cosa intendo per analisi?
Per analisi intendo: cercare di capire il proprio stile di gioco, con l' ausilio delle proprie conoscenze di se e delle proprie partite.

Non si può migliorare considerevolmente se non si conosce sè stesso e l' avversario.

All' epoca (1700-1800), pensavano che la forza di gioco di un giocatore, dipendesse dalle sue capacità cerebrali. In pratica, chi era più intelligente vinceva. Oggi invece si pensa che non c' entra assolutamente questo, ma centra solamente la conoscenza dei principi generali del gioco.

La vera risposta? Non è una via di mezzo. Ma la forza di gioco è data da una combinazione di questi 2 elementi. Bisogna avere talento e conoscere i principi che stanno alla base del gioco. Per conoscere questi ultimi c'è bisogno di studio. Quindi il talento va applicato allo studio. Bobby Fisher era sicuramente un talento, ma lui studiava più di qualunque altro campione della storia. Ed è così che riuscì a prevalere sugli altri.

Con questo non voglio affermare che chi più studia più a probabilità di vittoria, perchè 2 gicatori di prima categoria nazionale, possono essere arrivati al quel livello con 2 quantitativi di studio differente. Il primo con 200 ore e il secondo con 80. Perchè? Perchè è importante studiare con metodo! Gli autodidatti raramente utilizzeranno il giusto metodo di studio, perciò molti si fanno seguire da un Maestro (per questo consiglio il libro Allenati come un Gran Maestro ).

Un esempio di questo? Il presidente del mio circolo di scacchi (Salvatore Benvenga) anni fà, ha preso lezioni di scacchi dal Maestro Internazionale Daniel Contin. Ha preso lezioni solo per qualche mese. Lui mi ha confessato che in quel mese ha imparato di più di tutte le sue ore di studio da autodidatta. In quel mese si concentrarono a studiare gli avamposti. Con quale metodo? Tramite la presentazione dello stesso tema in più diagrammi. Non ci vuole molto ad imparare una cosa. Se, dopo la spiegazione, vediamo diverse posizioni con lo stesso tema, e poi le applichiamo anche in una partita di allenamento, allora il meccanismo lo abbiamo acquisito, niente più! Se invece leggiamo gli avamposti su un libro, e non prendiamo appunti, non approfondiamo le variant, non cerchiamo di capire il piano che sta dietro a quella mossa, allora il nostro lavoro servirà a poco, e fra una settimana sarà messo tutto nel dimenticatoio. Lo stesso discorso vale per le case deboli, per la settima traversa ecc.

Ma ora ritorniamo a noi e al conoscerci meglio. Chiunque di noi ha un' idea del suo stile di gioco: aggressivo, passivo, posizionale, combinativo ecc.. questo in linea di massima lo sappiamo. Ma quello che non sappiamo è quali sono le nostre debolezze.

Innanzi tutto spieghiamo cosa sono le debolezze. Le debolezze sono i nostri difetti. Tutti noi possediamo, sia in ambito scacchistico e sia nell' ambito caratteriale, pregi e difetti. E bene sì, questi a volta possono essere strettamente correlati (non è sempre detto, Anderssen era un uomo tranquillo ma sulla scacchiera era un sanguinario).

Ora vi mostro alcuni esempi di difetti (ne esistono molti altri):

  1. Debolezza nel punto di vista tattico-combinativo
  2. Debolezza nel punto di vista posizionale
  3. Debolezza nel scegliere la "mossa migliore"
  4. Debolezza nel scegliere in fretta la mossa migliore
  5. Debolezza nell' apertura
  6. Debolezza nel mediogioco
  7. Debolezza nel finale
  8. Debolezza nel trasformare un vantaggio in vittoria
  9. Debolezza nel non saper sfruttare a proprio vantaggio gli errori dell' avversario
  10. Debolezza nel non saper distiunguere i punti chiave della partita
  11. Debolezza nel "rischiare"
  12. Debolezza nel calcolo
  13. Debolezza nell' avvertire il pericolo
  14. Debolezza nell' avere troppa "passione" sulla scacchiera
  15. Debolezza nell' avere troppa "timidezza" sulla scacchiera
Ecc. ecc.. questi sono solo i primi che mi sono venuti in mente. Ora fate questo lavoro.
Stampatevi questo elenco, ed evidenziate quelli che vi appartengono in modo tale da crearci un profilo già più accurato. Ora elenchiamo la lista dei pregi (che non sono altro che il contrario dei difetti).


  1. Forza nel punto di vista tattico-combinativo
  2. Forza nel punto di vista posizionale
  3. Forza nel scegliere la "mossa migliore"
  4. Forza nel scegliere in fretta la mossa migliore
  5. Forza nell' apertura
  6. Forza nel mediogioco
  7. Forza nel finale
  8. Forza nel trasformare un vantaggio in vittoria
  9. Forza nel non saper sfruttare a proprio vantaggio gli errori dell' avversario
  10. Forza nel non saper distiunguere i punti chiave della partita
  11. Forza nel "rischiare"
  12. Forza nel calcolo
  13. Forza nell' avvertire il pericolo
  14. Forza nel avere la giusta emozione sulla scacchiera
Ora anche di questo elenco, evidenziate i vostri pregi. Bene adesso avete il vostro profilo completo di pregi e difetti. Ammettiamo che siete risulatati così:

Pregi: forza in apertura, e forza nel punto di vista posizionale.
Difetti: timidezza, debolezza nel calcolo, debolezza nel scegliere in fretta la mossa migliore, debolezza nel rischiare e debolezza nel finale.

Ecco il profilo psicologico di questo ipotetico giocatore: Un giocatore poco sicuro di sè e delle proprie capacità, avendo perciò poca fiducia delle sue mosse, cerca di imparare a memoria tutte le mosse d' apertura possibili, tralasciando così lo studio del finale.

Ecco, il dado è tratto. Ora potete farvi un resoconto della situazione per capire quanto c'è da lavorare: Se i difetti superano i pregi, allora c'è molto da lavorare, e prima di diventare candidati maestri o maestri ce ne vorrà ancora molto. Se invece i pregi sono superiori, allora siete a buon punto.

Come e quanto lavorare? Steinitz affermava che lui riusciva a tirare su un maestro di scacchi in un tot. di ore! Quindi non è vero che per diventare maestri ci sia bisogno di capacità particolari, penso che solo per le categorie successive siano richieste queste.

Se un nostro difetto è l' incapacità di avvertire il pericolo, allora studiamo le partite di Petrosjan uno dei grandi giocatori di prevenzione. Egli amava anticipare il gioco dell' avversario, non facendolo giocare. Al momento giusto poi contrattaccava.

Se pecchiamo nel calcolo, guardiamo le partite di Alekhine, e noteremo i suoi calcoli profondi e precisi, e suoi piani già stabiliti molte mosse prima (anche i suoi commenti ben fatti sono molto utili!).

A seconda delle nostre carenze, dobbiamo studiare le partite dei grandi giocatori e confrontarci. Per confrontare intendo: prendere la partita del GM, prendere una scacchiera e seguire la partita. Arrivati ai punti critici, non guardate la mossa che ha giocato il GM ma provate a pensare voi cosa avreste giocato. Se la mossa da voi pensata, coincide con quella riportata sulla partita allora avete conepito la mossa correttamente! Altrimenti, cercate di capire il perchè avete sbagliato, e il piano che sta dietro alla mossa segnata sulla partita. Questo allenamento è molto gratificante e man mano noterete che le vostre mosse assomiglieranno sempre di più a quelle dei GM, ed è così che si inizia a giocare bene!

Ora non posso che augurarvi...buono studio!

domenica 15 novembre 2009

Problemi scacchistici: n.4

Scacco matto in 3 mosse


Il bianco muove e matta in 3 mosse... (non è difficile, ma nemmeno tanto facile..provate!)

sabato 14 novembre 2009

Il sistema colle: variante simmetrica

Ho già parlato in precedenza del sistema colle Quà. Ora però voglio presentarvi più nel dettaglio quest'apertura.
Contro quest' apertura il nero ha tantissime difese, quali la difesa simmetrica. E contro questa difesa, esiste un trucchetto molto astuto, e capita spesso di poterlo utilizzare contro i vostri avversari molte volte, ecco il video:




Semplice no? Ora non vi resta che applicare questo trucchetto e vincere un pò di partite! ;)

venerdì 13 novembre 2009

Provare nuove aperture



Negli scacchi ci sono una miriade di varianti, potremmo dire infinite, ma solo poche colpiscono la nostra attenzione. Sia perchè la vediamo giocare dal nostro giocatore preferito, sia perchè ci piace esteticamente come posizione.

Si può leggere ovunque che per giocare bene a scacchi bisogna impararsi quelle 3-4 aperture fondamentali, qualche conoscenza superficiale delle altre, e siamo a posto. Questo è uno dei consigli più utili e "gettonati" e devo dire lo condivido a pieno.

Però ogni tanto è anche buona norma variare il proprio repertorio, per una sola e semplice ragione: per entrare in partite diverse dal solito, e quindi avventurandoci a giocare in base alle nostre conoscenze generali del gioco e non in base alle mosse prestabilite dall' apertura.

Penso che ciò sia davvero utile per 2 motivi principali: per misurare la propria forza di gioco, e per riprendere l' entusiasmo quando di quando si giocava le prime volte.

Molti giocatori si preparano a menadito un' apertura e giocano sempre e solo quello per vincere. Ecco l' unico scopo, ma invece bisogna anche divertirsi, sperimentando nuove aperture per trovare posizioni nuove e per cimentarsi in calcoli di situazioni mai presentate.

E' ben risaputo che chi gioca la propria apertura preparata, contro un avversario che non conosce le aperture, molto probabilmente vincerà perchè l' altro giocatore non saprà come difendersi da quest' apertura. Ebbene, è proprio alla base di ciò che intendi suggerirvi di sperimentare nuove aperture poco conosciute.


Una nuova apertura

Immaginiamoci di giocare col nero, e il nostre avversario apre con...

1.d4

Ora, si aspetta risposte come: 1...Cf6, 1...d5, 1...e6, 1...d6, 1...g6 , 1...c6 e non si aspetterà di sicuro mosse come 1...e5, 1...Cc6 oppure 1...b5


Ecco questa è la mossa che voglio inserire nel mio repertorio...è molto affascinante.
Di certo non è la mossa migliore contro 1.d4 ma non per questo è da "buttare via", poichè questa mossa fa sviluppare il nostro alfiere in fianchetto e il pb5 avanzato può essere l'inizio di un'attacco di pedoni sull' ala di Donna (oltre che ad essere un' importante arma psicologica).

Ora dopo 1...b5 il bianco al 90% giocherà 2.e4 minacciando di giocare 3.Axb5 , uscendo fuori dall' apertura (l'apertura raccomanda di giocare 2.e4 seguita da 3.Ad3 e non da altre mosse come vedremo...).

2...Ab7 il nero minaccia il pe4 e il bianco il pe5, se ora avviene il cambio tramite 3.Axb5 Axe4 il cambio è favorevole al nero, poichè cambierebbe un pedone laterale con uno centrale del bianco.

Perciò se il bianco è un buon giocatore giocherà 3.Ad3 (e non 3.Cc3 poichè la spinta di pedone b5-b4 costringerebbe il bianco a spostare il cavallo, lasciando così indifeso il povero pe4).

Ora, giocare la passiva 3...a6 sarebbe sbagliatissima, perciò bisogna continuare a contrattaccare giocando la mossa 3...Cf6


Ora il bianco è costrtto a correre alla difesa del pe4 poichè dopo 4.e5 segue 4...Axg2, perciò le possibili difese del bianco sono:

  1. 4.f3
  2. 4.De2
Con 4.f3 il bianco difende solidamente il pedone e4 indebolendo il suo futuro arrocco, così il nero deve giocare attivamente giocando... 4...c5 (oppure 4...a6 e in seguito 5...c5).

Mentre con 4.De2 (migliore secondo me) si può giocare 4...e6 5.Cf3 c5! 6.Axb5 Cxe4 e il nero è riuscito a cambiare il suo pedone laterale con quello centrale del bianco.

Come potete vedere ci si ritrova a giocare partite nuove, divertenti, e non le solite aperture monotone, la sperimenterò nel torneo lampo di domani pomeriggio e vi farò sapere.. a presto!

giovedì 12 novembre 2009

Adolph Anderssen


Il suo vero nome completo è Karl Ernest Adolph Anderssen (1818-1879).

Tutti oggi lo ricordano come un giocatore di prestigio, un giocatore puramente romantico, le sue partite sono ricche di combinazioni straordinarie, il che implica una capacità di calcolo molto buona! Egli però non fu un bambino prodigio.


VITA

Anderssen nacque a Breslavia, e subito fu colpito da 2 passioni: la matematica e gli scacchi (alcuni ritengono che queste 2 arti sono strettamente correllate fra di loro).
Diventò così professore di Matematica dopo la laurea conseguita nel 1847 , mentre i primi risultati nell' ambito scacchistico li ebbe "solo" a 24 anni, quando pubblicò i suoi primi libretti scacchistici, i suoi primi problemi, e le sue prime riviste.

Nel 1851, venne convocato al prestigioso torneo di Londra dove parteciparono i più forti giocatori di tutti i tempi quali: Stounton, Szèn, e Kieseritzky.
Il torneo di Londra era sì un torneo prestigioso, ma non era un vero e proprio torneo ufficiale di come li intendiamo noi oggi. Infatti all' epoca non esisteva ancora alcun punteggio ELO, e il vincitore del torneo non avrebbe vinto alcuna carica se non il riconoscimento da parte del pubblico di essere il più forte giocatore tra i partecipanti.

In ogni moso Anderssen vince quel torneo, Diventando il giocatore più forte dei suoi tempi.
In quel torneo, ci lasciò per noi scacchisti due perle. La partita Immortale e la partita sempreverde. Chiunque le guarda rimarrà stupito dal gioco così fascinoso di Anderssen.

In seguito vinse e perse altre partite ma sempre con molta serenità.
Continuò a giocare a scacchi fino a tarda età, proponendo apertura nuove come 1.a3? (solo lui poteva fare queste cose! :)

Finito l' insegnamento Anderssen si dedicò solo e completamente agli scacchi per il resto della sua vita, incontrando nuovi astri come Paul Morphy.


PROFILO PSICOLOGICO

Anderssen
era un uomo molto tranquillo e dal carattere temperato, però molti si chiedevano però dove tirasse fuori tutta quell' energia che sprigionava sulla scacchiera.

Alcuni pensano che il suo gioco ardito era dovuto al fatto che Anderssen utilizzasse la scacchiera per evadere dal suo stile di vita laborioso e pieno di impegni (anche io la penso così).
Fu davvero un forte giocatore ma per il fatto di non aver saputo domare questo suo lato irruento sulla scacchiera, venne penalizzato prendendo delle belle batoste (evitabilissime se non si fossero giocate varianti complicate!).

mercoledì 11 novembre 2009

La forza del cavallo


E' risaputo che il cavallo è famoso per la sua abilità unica nel fare i salti. Infatti il cavallo può scavalcare i nostri pezzi quanto quelli del nostro avversario, e in una partita col centro chiuso, si rivelano sempre la migliore soluzioni per creare avamposti.

Tuttavia i cavalli sono ottimi anche nei finali, per creare grossi problemi ai Re avversari; vediamo questo diagramma:


Si sà che in posizioni come queste, bisogna fermarsi e immaginarsi di non avere i cavalli e quindi analizzare la situazione senza questi ultimi. Se riusciamo a prevalere, allora il nostro scopo diventa quello di cambiare i cavalli in modo tale di avere la vittoria assicurata.
Infatti il bianco segue questo principio, così cerca di crearsi un pedone passato sull' ala di re.


1.f5+! gxf5


2.gxh5 Rf6 3.Cd5+


Altrimenti il cavallo nero si porta in gioco tramite la casa c7. Ora inizia la gara a chi arriva prima a promozione.

3.Rg5 4.Re5! Rxh5 5.Re6! f4 6.Rd7


e non 6.Cxf4+ Rg5 7.Cd5 Rg7+ 8.Rd7 Cf5! e il cavallo nero riesce a fermare il pb5.

6...Cg7 7.Cxb6 Cf5 8.Cc4 Cd4 9.b6 Cb3 10.Rd6! f3 11.b7 f2 12.Ce3 Ca5 13.b8=D Cc4+ 14.Re6 Cxe3 15.De5+


Meravigliose mosse del bianco lo hanno portato alla vittoria...

lunedì 9 novembre 2009

La Scheveningen

La Scheveningen è stata introdotta da Paul Keres in una partita contro Efim Bogoljubov(Salisburgo 1943).
Questa variante,conosciutissima, è usata anche ad alti livelli...e si differenzia dalle altre per il tipo di difesa "a riccio" ma molto efficace.
Ecco una delle varianti più conosciute della difesa siciliana: la Scheveningen.


Questa variante è ottima per chi inizia a giocare la siciliana, e questo video ne spiega le linee principali.




Le mosse guida che caratterizzano la Scheveningen uindi sono:

1.e4 c5 2.Cf3 e6 3.d4 cxd4 4.Cxd4 Cf6 5.Cc3 d6

La mossa che più di tutte fà capire al bianco che il nero vuole entrare in questo tipo di sistema è la mossa caratteristica 2...e6 perchè se altrimenti 2...d6 si entra in un Dragone.


Tuttavia questa non è una verità assoluta poichè anche dopo 2...d6 si può rientrare nella nostra Scheveningen: 1.e4 c5 2.Cf3 d6 3.d4 cxd4 4.Cxd4 Cf6 5.Cc3 e6

Ottenendo la stessa posizione del diagramma n.1
Tuttavia, preferisco questa seconda continuazione (con 2...d6) perchè il bianco si aspetta che noi giochiamo la variante del dragone mentre in realtà giochiamo la Scheveningen, e ciò può comportare già un fattore psicologico non indifferente.

La sesta mossa del bianco è da scegliere con cura. Solitamente si prediligono 6.Ae2 e 6.g4 ma si possono giocare tante altre mosse come 6.Ad3 6.Ac4 6.Ab5+

Perchè le mosse 6.Ae2 e 6.g4 sono le migliori?

1) 6.Ae2 mira ad un rapido sviluppo e mette l' alfiere in una posizione molto dinamica, pronto a potere fare varie manovre e a posizionarsi in f3 (ma anche in d3, perdendo un tempo).


2) 6.g4 mira a conquistare spazio ad est, lanciando contro il futuro arroco del nero una valanga di pedoni sorretti dai propri pezzi. Con la spinta in g4, il bianco ontengo continuare a spingere in g5, dove il pedone, in quella posizione, crea serie difficoltà ai pedoni del nero, poichè ogni spinta di pedone "f" o "h" creerebbe un grave indebolimento della struttura.


Ecco alcune partite in cui il nero ha avuto successo (anche in poche mosse)

Partita n.1




Partita n.2




Partita n.3




Partita n.4 (trionfo del bianco)





Re, Torre e Pedone vs. Re e Torre

Capita spesso di trovarsi in un finale con questi pezzi in gioco:


Il bianco ha un pedone in più, il che gli consentirebbe di vincere la partita (anche se il nero sacrifica la torre per il pedone).
Il Re bianco però può essere messo sotto scacco dai continui scacchi di torre e di conseguenza il bianco non riuscirà a spingere a promozione il pedone "a".

Il nostro problema è quindi capire come mettere al sicuro il re dai continui scacchi. Sembra ovvio che l' unica casa di fuga risulta la casa "a7", e quindi spingere il pedone a6-a7 è un gravissimo errore.

Così facendo infatti il Re bianco non avrà più alcun tipo di rifugio e la partita molto probabilmente finirà patta per ripetizione di posizione. Quindi, come deve agire il bianco?

Soluzione del problema (la costruzione di un ponte)



1.Rb6 cercando il rifugio nella casa a7

1...Tb1+ 2.Ra7 Bene, ora il Re bianco è al sicuro, ma il pedone però non può più avanzare... (diagramma).

2...Tb2 Tenendo il Re bianco intrappolato sulla colonna "a"

3.Tb8 inizia la costruzione del ponte.

3...Ta2 4.Tb6 Ta1 5.Rb7



Ed ora la promozione è assicurate per il pedone "a"

domenica 8 novembre 2009

Problemi scacchistici: n.3

MATTO IN DUE



Non lasciatevi prendere in inganno dalla semplicità del matto in 2 mosse, questo problema non è affatto semplice... A breve posterò la soluzione, non prima che l' avrete scoperta voi! ;)

sabato 7 novembre 2009

Cambiare per non ritirarsi

Ecco un' altro tema del cambio: cambiare il pezzo per non perdere un tempo nella ritirata.

In questa semplicissima posizione risulta evidente che:


Il nero ha giocato Cc6, con l' eventualità di proporre un cambio in d4 (Cxd4). Se il bianco si ritira (Cf5,e2,b3,c2), ha perso potenzialmente un tempo. Cerchiamo di capire perchè ha perso un tempo.



Allora le mosse sono: 1...Cc6 2.Cb3 Rd6 3.g4

Il nero ha minacciato il cavallo centralizzato del bianco, il bianco ha ritirato il cavallo, e il nero ha giocato Rd6.
Il nero si presta ad andare sull' ala di re.

Ma se il bianco anzichè ritirarsi, cambia i cavalli?

1...Cc6 2.Cxc6 Rxg6 3.g4

Si guadagna un tempo "virtuale" perchè il bianco alla terza mossa gioca sempre 3.g4 però ha fatto perdere un tempo al nero poiche la mossa Rd6, non verrà più giocata alla seconda mossa bensì alla terza 3...Rd6; far perdere un tempo al nostro avversario è come guadagnare un tempo noi.

Ora invece voglio mostrare questo diagramma più complesso, che però mostra un caso molto frequente fra partite che avvengono tra principianti.


Capita spesso che possiamo cambiare o compiere dei sacrifici per non perdere dei tempi. Immaginiamoci come giocherebbe due dilettanti in questa posizione (mossa al bianco).

1.Ce4 Aa2 2.Td1


e adesso l' Ag6 può ritirarsi in g7 tranquillamente.

In realtà il bianco può approfittare meglio di questo errore del nero:

1.Ce4 Ab2? 2.Txb4!


A prima vista può sembrare un sacrificio di qualità ma in realtà si rivela un vero e proprio guadagno.

2...axb4 3.Txf6 Txf6 4.Cxf6+ Rg7 5.Ce4


E la partita finisce patta. Purtroppo il bianco è costretto a sacrificare proprio cavallo per il pedone isolato del nero b4, e si sà che Alfiere e Re contro Re e pedone è un finale Patto (perchè il nero riesce a catturare il pedone del bianco ma non può dare scacco matto solo con l' alfiere e il Re).

Guarda anche: cambiare i pezzi per eliminare i difensori

venerdì 6 novembre 2009

Cambiare i pezzi per eliminare i difensori



Allora, cerchiamo prima di spiegare meglio che cosa si intende per cambio.

Il cambio consiste nel catturare un pezzo dell' avversario, lasciando che il nostro avversario faccia altrettanto.


Se noi col nostro Ac3 catturiamo l' Ag7 del nero, non è un guadagagno, poichè sappiamo benissimo che la mossa che seguirà sarà 1...Rxg7 con cambio degli alfieri (o scambio).

Per precisare, si ha un cambio (equo), solo quando si scambiano 2 pezzi dello stesso valore: torre con torre, alfiere con cavallo, cavallo per alfiere, pedone con pedone, regina con regina, 3 pedoni per un cavallo e così via.

Questi sono dei cambi, cioè quando noi cambiamo equamente col nostro avversario (quasi come un baratto, nessuno scambierebbe qualcosa di maggior valore con qualcosa di minor valore).


Questo riportato in figura è si un cambio, ma non equo. Perciò possiamo dire che il bianco ha sacrificato una torre per un cavallo (ha dato la qualità). In questa posizione il bianco, avendo un enorme vantaggio, ha preferito togliere ogni possibilità di perdere, eliminando il cavallo in c5, anche al costo di sacrificare la sua torre. Nonostante la perdita di qualità, il bianco riesce comunque a vincere la partita spingendo i pedoni dell' ala di re a promozione, ma non prima di aver bloccato la pericolosa avanzata del pedone isolato c5.


CAMBIARE PER ELIMINARE UN DIFENSORE

Ora invece torniamo a noi, all' importanza che ha il cambio per eliminare un difensore (vedi anche come deviare un difensore ).

E' sempre conveniente eliminare un difensore. Come pezzo difensore, non si intende solo il pezzo che difende un pedone, i pedoni dell' arrocco che difendono il re; ma anche un pezzo che difende uno spazio (una diagona
le di un fianchetto per un alfiere, la settima e ottava traversa per una torre ecc..). Anche il cambiare il Cf6 dell' arrocco che ci impedisce l' arrivo della donna h5 è un eliminare un difensore.


Il Cavallo in f6 impedisce l' entrata della Donna bianca in h5. Così dopo 1.Axf6 Axf6 2.Dh5 e la donna minaccia l' entrata pericolosa in h7.

Analizziamo invece quest' altra posizione:


Il Ch2 è intrappolato in territorio nemico. L' unico difensore è l' Ab8. Una volta eliminato l' Ab8 possiamo catturare il cavallo liberamente col Re il Ch2. Ecco la combinazione che porta a questo obbiettivo: 1. exd5 cxd5 2. Te8+ (la torre in c8 difende l' ottava traversa e l' afiere in b8, và eliminata!) 2...Txe8 3. Txe8+ Rh7 4. Txb8 Txb8 5.Rxh2

Guarda anche l' articolo: Cambiare per guadagnare tempi


giovedì 5 novembre 2009

Scacco matto rapido: n.1


Questo scacco matto, deriva dalla nota Difesa di Budapest.

DIFESA BUDAPEST
In questa difesa, il nero non vuole sottostare alla sola difesa, ma vuole contrattaccare.
Il nero tende trappole
al bianco, e non viceversa e il nero dà il ritmo al gioco, vediamo quali sono le mosse base:



Questo gambetto và accettato, perchè una spinta in d5 sarebbe un errore (infatti dopo vediamo lo scacco matto veloce).

3.dxe5 Cg4 4.Cf3 Ac5!

Minacciando f2...

5.e3 Cc6



In una posizione come questa,è difficile dire che sta meglio il bianco...
6.Cc3 Cgxe5 7.Ae2 Cxf3 8.Axf3 Ce5 9.Ae2 0-0

Addirittura il nero si trova talmente in vantaggio che riesce ad arroccare prima del bianco.
Il nero però deve star attento perchè esiste una variante per il bianco micidiale:

1.d4 Cf6 2.c4 e5 3.dxe5 Cg5 4.Cf3 Cc6 5.Af4 Af5? 6.e3 De7? 7.Cc3 Cgxe5 8.Cxe5 Cxe5 9.Cd5! Dd6 10.Dh5! Con guadagno din un pezzo inevitabile.

Questo non sarebbe accaduto se, anzichè sviluppare il Cc6 il nero avrebbe sviluppato l'alfiere in c5.Sono dettagli che fanno la differenza!
Tirando le somme:
Se temete questo gambetto,l'unico modo per evitarlo è giocare anzichè 2.c4, 2.Cf3!con una semplice trasposizione di mosse.

Ma ora torniamo a noi con lo scacco matto veloce basato sull' errore 3.d5?

1.d4 Cf6 2.c4 e5 3.d5? Ac5

Si può notare ad occhio chiuso il vantaggio del nero in questa posizione, il bianco è troppo avanzato ed ha poche difese.

4.Ag5 Ce4 5.Axd8?? Axf2#



Non ricorda leggermente il matto di legal?

Ovviamente dopo 4.Ag5 il nero doveva giocare immediatamente 4...Axf2+, poichè non è sicuro che il bianco caschi al trabochetto della regina. Tuttavia anche se il nero non gioca subito 4...Axf2+ si ritrova clamorosamente in vantaggio con : 4...Ce4 5.Ae3 Axe3 6.fxe3 Dh4+ 7.g3? Cxg3


Con vantaggio schiacciante del nero...